Rito Indù

Per gli Indù, la morte rappresenta una temporanea sospensione dell'attività fisica un cui l'anima riorganizza i suoi piani e si reincarna in un'altro ciclo di vita, questo gli permette di superare contraddizioni, mancanze, imperfezioni, per poter finalmente realizzare la completezza e raggiungere lo stato di equanimità.
Solo quando il percorso sarà completato, lo spirito potrà ascendere al Nirvana (cielo) e terminare le reincarnazioni.
La morte dunque è il momento in cui l'anima con alcuni residui di coscienza lascia il corpo da un'apertura del cranio e si reca in un altro mondo, poi torna di nuovo in stati differenti a seconda di come si è comportata in vita e a seconda del suo samsara, ossia delle difficoltà e tendenze da superare. Esistono due mondi nell'Induismo: quello astrale dei fantasmi dove l'anima soggiorna temporaneamente prima di ricostruire il suo corpo e quello degli antenati dove l'anima può rimanere beata con le altre anime dei già divenuti antenati.
Gli Indù usano la cremazione in quanto permette ai cinque elementi che costituiscono l'anima di tornare alla loro fonte: aria, acqua, terra e fuoco al mondo terreno, l'etere al mondo superiore.
Bambini e maestri spirituali vengono invece sepolti, in alcuni casi i corpi vengono lasciati galleggiare sulla riva sinistra del Gange.
Generalmente il corpo viene cremato il giorno stesso, in alcuni casi, come l'attesa di parenti lontani, dopo due o tre giorni. Il morto viene lavato con pasta di sandalo e cosparso di curcuma, viene ornato con oggetti o ornamenti che aveva a cuore in vita. Lo si avvolge in un telo di cotone bianco e i parenti più stretti di sesso maschile lo trasportano su una barella di legno verso il crematorio.
I figli del defunto guidano la processione e portano una pentola in cui brucia dell'incenso, c'è l'usanza di ripercorrere i luoghi che sono stati importanti per la persona.
Giunti al crematorio, il corpo viene decorato con legno di sandalo e ghirlande di fiori e vengono letti brani tratti dalle Scritture dei Veda. Di solito il figlio maschio più grande rappresenta tutta la famiglia nel momento dell'addio finale e dà avvio alla cremazione: accende le luci della pira intorno al corpo e prega per il benessere della dipartita dell'anima. Se però si tratta della madre è la sorella minore che accende la pira. Il corpo è posto nella pira in modo che i piedi siano rivolti verso sud (verso il Regno della Morte) e la testa verso nord (il Regno della Ricchezza).
La quantità di legna utilizzate nella pira varia a seconda dello stato sociale del defunto e delle sue risorse economiche.
Tutti i figli maschi sono tenuti a radersi i capelli in segno di rispetto. Le ceneri o le ossa sono raccolte in un'urna e disperse in vari luoghi, dai 3 ai 10 giorni dopo la cremazione.
Prima di entrare nella casa i familiari devono lavarsi e cambiarsi come segno di purificazione, un sacerdote purifica la casa con spezie ed incenso. Infatti si crede che siano altamente impuri perché contaminati dall'energia biomagnetica che si è accumulata intorno al corpo del morto.
Dopo la cremazione, i familiari si occuperanno di offrire palline di riso al defunto, per facilitare il trapasso dell'anima dal mondo dei fantasmi a quello degli antenati con la costruzione di un corpo adeguato ad accedervi.
Tale pratica dura per 10 giorni, periodo nel quale i familiari devono rimanere isolati, non frequentare luoghi pubblici, astenersi da attività sociali, si ritiene infatti che rimangano contaminati fino a che l'anima non termina il suo cammino di reincarnazione (ogni giorno rappresenta un mese di gestazione dell' embrione nel grembo materno).
Al quindicesimo giorno viene organizzata una funzione ed offerto un pasto speciale a parenti ed amici.
Nell'India del sud si usa dare le palle di riso ai corvi, se le mangiano o le becchettano vuol dire che il defunto è soddisfatto dei riti compiuti e sta facendo un buon viaggio nel mondo ancestrale.

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